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Tristezza e depressione, sinonimi apparenti.

"Come stai?"
"eh, ultimamente sono un pò depresso"

Singolare come una categoria diagnostica abbia soppiantato un'emozione, quantomeno nel linguaggio. La tristezza ha ceduto il posto alla depressione, creando scompiglio tra le parole ed anche tra i vissuti. In effetti sentirsi triste e sentirsi depresso non sono proprio la stessa cosa.

La tristezza nella depressione

Mentre la tristezza indica un'emozione di base, la depressione esprime una condizione complessa ben strutturata al suo interno, dove l'emozione è solo una piccola componente di un quadro più ampio che rientra nella categoria dei disturbi (poiché disturba profondamente l'esistenza!). Spesso chi attraversa un'esperienza depressiva è difficile che riferisca di "sentirsi depresso" perché si ritrova così pienamente immerso in una condizione fatta di pensieri, sensazioni ed anche emozioni avvertita come reale e necessaria da trovare difficile anche distaccarsene appena per denominarla. Un pò come quando ci troviamo immersi nell'acqua e sentiamo il bagnato sulla pelle solo una volta usciti.

Che rapporto abbiamo con la tristezza?

Forse avvertire la tristezza, emozione così bistrattata nella nostra quotidianità, diventa un'esperienza talmente discrepante da venire esperita quasi come patologica. D'altronde sin da piccoli sentiamo ripeterci "no su, non essere triste! non piangere, se piangi sto male anch'io!" che è difficile poi non accarezzare l'idea che possa esserci qualcosa di sbagliato nel sentirsi triste.  Oppure il riferirci al nostro vissuto con il nome di un'emozione può apparire riduttivo, quasi che sminuisca quello che proviamo e allora ci sembra più opportuno ricorrere ad un disturbo (come accade per certi versi sostinuendo il panico con l'ansia). La depressione non è un polo estremo della tristezza, poiché non è un'emozione! Allo stesso modo di come il leone non è solo un gatto che ci ha creduto fino in fondo. Può accadere, però, che attraversare la tristezza può suscitare un tale disagio da comportare una serie di reazioni di avversione che esacerbano quello stato oppure lo spostano su un versante diverso, magari quello ansioso o rabbioso.

La salutare reazione depressiva.

Il lutto è una condizione che può intrecciarsi alla depressione (un esempio veramente accurato di tale intreccio lo si può vedere con la serie After Life di Ricky Gervais, su Netflix), sebbene siano condizioni che anche il DSM-5 differenzia accuratamente. Possiamo vivere reazioni depressive quando affrontiamo separazioni importanti, rotture di legami ad esempio o anche trasferimenti che ci allontanano da affetti significativi. Ma la reazione depressiva è salutare, risulta funzionale a frenarci dall'intraprendere nuove attività in un momento in cui le energie a disposizione risultano carenti Meglio evitare di salire su un ring se non ci sentiamo in gran forma! Bisogna anche fare attenzione a non confondere lo stereotipo del depresso, musone solo e triste, con la persona che realmente vive il malessere della depressione, spesso abile a dissimulare per confondersi, magari elargendo gran sorrisoni in mezzo alla festa. Non è un caso che diversi grandi attori comici abbiano convissuto a lungo col grande cane nero della depressione - un nome su tutti, Robin Williams.

Chiedere aiuto o ampliare il lessico

Per chi ritiene di star conoscendo la depressione l'invito è di rivolgersi ad uno specialista per comprendere meglio cosa stia accadendo, all'interno di un contesto protetto e dedicato esclusivamente a questo. Lasciamo che gli specialisti usino i termini che indicano disturbi ed occupiamoci, invece, di ampliare il vocabolario emotivo che racconta le mille sfumature della nostra vita quotidiana senza scomodare la psicopatologia, col rischio di travisare sia il senso del disturbo che dell'esperienza ordinaria. Talvolta infatti non è tristezza ma malinconia, nostalgia, angoscia, tetraggine...

 

link_Avevo un cane nero...

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